Subject:
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La mia ultima follia: la casa pieghevole
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lugnet.org.it.itlug
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Date:
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Tue, 25 Sep 2007 21:29:33 GMT
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Avete presente quanta fatica si faccia a montare e smontare le proprie creazioni
ai legofest?
Nel caso degli edifici, la cosa è abbastanza laboriosa. Ci sono
due tecniche: la prima consiste nel dividere un edificio in più fette
orizzontalmente, ovvero ogni piano è una fetta. Esempi tipici il Corner Café, il
Market Street e la stazione di Carlo Ottolina.
Questa tecnica facilita il
trasporto ma non salva spazio (le singole fette occupano insieme lo stesso
spazio del modello montato). In compenso gli interni sono visibili con facilità
scoperchiando i vari piani.
La seconda tecnica consiste nel dividere
ledificio in pareti, unite tra loro mediante pins technic oppure bricks col
perno incorporato. Tipici esempi sono i vecchi castelli (che usavano una tecnica
simile per accorpare altri sets minori), la mia casa tan (per chi lha vista
agli ultimi legofest) e alcuni palazzi di Mario.
La tecnica salva molto
spazio, ma il montaggio è laborioso e le pareti sono sollecitate durante
lassemblaggio, rischiando di rompersi.
Allora ho pensato di fare le case a
soffietto. Le cinque foto successive spiegano il tutto meglio di 1000 parole:
Il montaggio è immediato e le pareti non sono stressate, rendendo il modello
durevole. Certo può diventare laborioso se le facciate non sono piane (ho dovuto
introdurre il murettino da 2 studs al centro dellle pareti pieghevoli altrimenti
i cornicioni delle finestre avrebbero impedito il movimento).
Vi piace
lidea?
Gianluca
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