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Subject: 
Recensioni: 3451 Sopwith Camel e 10024 Red Baron
Newsgroups: 
lugnet.org.it.itlug
Date: 
Sun, 26 Sep 2004 18:28:57 GMT
Viewed: 
1258 times
  
Cari fratelli in ABS,

oggi la potentissima lobby dei BrickLinkers torinesi
(Gianluca Morelli, Diego Rosati, Luca ed Andrea Giannitti) si è
riunita a casa di Diego in occasione del montaggio  dei sets
3451 Sopwith Camel e 10024 Red Baron.

Gianluca (arrivato ultimo come al suo solito) ha portato
dei Tente avuti da Matteo Bollini. E' stata constatata la
genialità de progettisti spagnoli, i quali hanno creato
dei bellissimi e robustissimi set (negli anni 80 la Tente
era molto più avanti della Lego in termini di bellezza dei
sets, che peraltro costavano molto meno).

Il primo set ad essere montato è stato il Sopwith Camel.
Andrea ("homo scatolarium") ha cautamente aperto la scatola
con un coltello in modo da preservarne la richiudibilità.
Una volta aperti tutti i polibags abbiamo fatto dei
mucchietti di pezzi dai quali (non senza
qualche incomprensione), attingevamo i pezzi per il
montaggio. Il montaggio è stato un po'
problematico:
montare un set in quattro avendo solo una copia delle
istruzioni porta a degli inevitabili
compromessi; le istruzioni erano al centro e data la natura
modulare dei sets, mentre Luca ed Andrea montavano motore
ed elica, Diego e Gianluca montavano fusoliera e coda.

Il tutto con le istruzioni aperte contemporaneamente in
pagine diverse...
Gli effetti di tutto ciò non hanno tardato ad arrivare: la
coordinazione tra i gruppi (ed anche nell'ambito di uno
stesso gruppo) era inesistente;  ogni qualvolta bisognava
costruire qualcosa in due copie (destra e sinistra), venivano
costruite due copie destre o sinistre. Oppure bisognava
unire i due sottoinsiemi costruiti, ma un gruppo doveva
aspettare che gli altri finissero. In breve, una sola persona
avrebbe fatto prima di noi quattro :-)

Il Camel ha molti pezzi tan e dark gray (vecchio grigio),
molti plates/tiles marroni (ali) ed un inspiegabile plate 4
x 10 azzurro posto all'interno, che poco o nulla c'entra
cromaticamente con tutto il resto.

La costruzione è modulare: si parte dal muso (motore ed
elica), ci si attacca il blocco del
carrello anteriore, si continua costruendo la coda, dalla
quale partono le due fiancate (inclinate mediante hinges).
Il tutto si unisce al muso e sul blocco ottenuto si montano
le ali.

Interessante l'uso di 4 Window 1 x 2 x 3 Pane Latticed
marroni per realizzare seduta e schienale del posto di
pilotaggio. Ciò ha attratto l'attenzione di Luca, che invano
sperava che dei 4 pezzi almeno uno fosse di scorta.
Ed invece no. :-P

Ben riprodotte le due mitragliatrici, le quali (nel modello
vero) sparano attraverso l'elica
(essendo i colpi sincronizzati con il passaggi delle pale).
Ciò ha ci ha fatto riflettere
sull'importanza del buon funzionamento di questo
meccanismo: difatti se l'elica viene colpita ripetutamente dai
proiettili, beh, a voi la conclusione :-(
Devono aver "potato" un bel po' di eliche, in fase di
collaudo :-)

Almeno una decina le corde che fungono da tiranti per le
ali, tutti rigorosamente laschi. Le ali sono realizzate
perlopiù da tiles 4x4, 4x6, 6x12 e 6x16, dal difficile
riutilizzo in altri tipi di modelli.

Belli i wishbones technic (già visti nella Williams F1 e
nella Ferrari 1/10 di quest'anno) e gli steering links 9L,
usati per il carrello anteriore. E bella la realizzazione
delle ruote (radar dish 4x4 e sterzo technic).
Brutto l'uso di un gancio 2x2 (quello con la sferetta di
traino) per il ruotino posteriore.

Interessante il motore a stella realizzato con delle
pulegge technic (wedge belt wheel) che
tengono insieme 6 megafoni, sui quali sono montate delle
pilette di tre radar dish 2x2, le quali imitano le testate
(che, però, se ben ricordo, dovrebbero essere in numero
dispari).

Il motore stellare (o radiale, che dir si voglia) ha acceso un dibattito tra
Luca (che sostiene che le testate ruotino rispetto all'asse dell'elica e per
autorotazione facciano girare l'elica dell'aereo) e Gianluca (che sostiene che
rimangono ferme mentre i pistoni si muovono del loro consueto moto alternato e
che fanno ruotare l'albero motore mediante classiche bielle, una delle quali è
"master" ed insiste sul gomito dell'albero motore, mentre le altre sono "slave"
ed insistono sulla biella "master"). Successivamente sia Luca che Gianluca hanno
prove alla mano, dimostrato le loro ragioni, ma nessuna delle due parti sembra
convinta...

Il modello in sé non è troppo robusto, ma d'altronde è
concepito come modello da esposizione. E' però piuttosto
pesante (circa 400 gr.), fatto da non trascurare se lo si vuole
appendere :-)


Il secondo set ovviamente è il Fokker del Barone Rosso. Per
l'apertura della scatola e dei sacchettini si ripete la
procedura già collaudata con il Sopwith Camel. Questa volta
però il colore predominante è il rosso e ben pochi sono i
pezzi di altre colorazioni. Qui un pezzo abbastanza
inspiegabile è un brick 2x4 giallo (?!?)

Insomma, parrebbe che i creativi della Lego si divertano a nascondere in ogni
set un pezzo che non c'entra nulla....l'equivalente Lego degli Easter eggs
informatici :-)

La tipologia di pezzi presenti è pressoché identica a
quelli del Sopwith Camel, ovvero, tiles 4x4, 4x6, 6x12 e 6x16 ma
anche plates rosse 6x16 e 6x14, moltissimi sono i tiles 1x6
(per i quali Luca già immaginava altri utilizzi!), 1x4 e
1x8 rossi. Di bricks non ce ne sono molti mentre invece di
plates (di tutte le dimensioni) ce ne sono in numero
considerevole.
I due bricks 2x4x2 grigi con gli studs sui lati hanno
invece attirato l'attenzione di Gianluca, ma anche in questo caso non erano
pezzi di scorta...

Anche nel montaggio si ripercorrono gli stessi passaggi già
visti nel modello precedente... in alcuni casi sembra di
essere vittime di numerosi "déja-vu". Il motore a stella è
identico al precedente e tutto il blocco anteriore, finito di
montarlo, risulta essere delle stesse dimensioni di quello
già costruito: si è stati tentati di provare a sostituire
queste due parti nei due aerei e questa possibile modularità
ha solleticato l'ironia di Diego che ha sottolineato il
motto "play on" della Lego.

Pure le ruote sono costruite in modo identico al Sopwith
Camel (solo con colori diversi) ma in questo caso il ruotino
posteriore non è un gancio 2x2, bensì una pala marrone (!)
Ancora peggio che nel caso precedente! E pensare che Luca,
alla prima vista della pala, aveva scherzosamente chiesto
se per caso quella sarebbe stata usata come ruotino
posteriore... Andrea (con gli elogi di Diego, appassionato di Lego
anni'70) suggerisce di sostituire questo pezzo con un
'Plate 2 x 2 with Wheel Holder Single' (8) anche se può essere
sufficiente una qualunque ruota di aereo singola...
Però storicamente, per quanto riguarda il ruotino di coda
del Red Baron, la "pala" ha un riscontro in qualcosa di
simile sull'originale, lo si può vedere in un paio di siti dove
è mostrato che nella versione originale dell'aeroplano in
coda non v'era un ruotino, bensì un pattino. Si può vedere
bene da questo disegno:
http://www.collectors-edition.de/f-t-s_zeichnungen_Dr1_musterzeichnung3.htm.
Il ruotino è invece presente per praticità in tutte le
riproduzioni contemporanee del velivolo originale.

Sono numerosi i wishbones technic che qui sono utilizzati
anche per i sostegni delle ali. Molto ben studiato è il
sistema di aggancio che rende tutte e tre i livelli molto più
solidi del Sopwith Camel (forse anche per via della minore
apertura alare). Anche il peso è maggiore di quello del
modello precedente (750 gr... ha circa 100 pezzi in più!).
Molto bello per l'esposizione ma a differenza del Camel, in
questo caso gli adesivi sono indispensabili per conferire
all'aereo il suo storico aspetto.


Con questi due modelli ci si porta a casa un pezzo degli
albori dell'aviazione militare: da un lato c'è il Fokker Dr
del Barone Rosso (M.von Richthofen) che dominò i cieli
incontrastato, finché non si trovò di fronte, dall'altro lato,
il Sopwith Camel inglese, uno dei migliori caccia della
triplice intesa, l'ultimo aereo che il Barone Rosso tentò di
abbattere prima di essere lui stesso abbattuto sulla Somme
(Francia). Era il 1918.


Pagelle:
Sopwith Camel
PRO: ottima riproduzione dell'aereo e del motore, belli gli
accostamenti cromatici.
CONTRO: modello delicato, poco giocabile, adesivi piuttosto
"deboli" (in molti casi si staccano dopo alcuni mesi)
CONSIDERAZIONI: l'inserimento di un pilota (un personaggio
Technic) poteva completare il modellino! Il modello può
essere modificato per riprodurre altri biplani simili della I
guerra mondiale. Eventualmente può essere inserito un
motore per far girare l'elica.
TEMPO NECESSARIO: da 1 a 2 ore (a seconda dell'abilità
del/dei costruttori)
VOTO FINALE: 7,5

Red Baron
PRO: modello molto bello da vedere, più solido del Sopwith
Camel, ottima la riproduzione dei flaps (funzionanti), del
posto del pilota e delle due mitragliatrici Spandau da 7,92
mm.
CONTRO: il timone di coda può avere dei movimenti irreali,
prezzo leggermente eccessivo per la tipologia di pezzi
inseriti (di difficile riutilizzo), il ruotino posteriore
poteva essere fatto molto meglio.
CONSIDERAZIONI: stesse considerazioni fatte per il Camel,
l'aggiunta del modello dei fratelli Wright completa la
collezione.
TEMPO NECESSARIO: da 1 a 2 ore (a seconda dell'abilità
del/dei costruttori)
VOTO FINALE: 8-- (il doppio meno è per il ruotino
posteriore!)


Con questo si conclude il nostro resoconto.
Saluti a tutti,
Gianluca Morelli, Luca Giannitti e Diego Rosati

PS: per chi fosse interessato a velivoli di quest'epoca,
consiglio di visitare questo sito:
http://www.theaerodrome.com/ Per la storia del Barone
Rosso, invece, leggete questa breve biografia:
http://www.storiain.net/arret/num50/artic3.htm



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